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    Racconto: la reputazione

    Un racconto divertente che, attraverso le gesta di due ladri imbranati, mette in evidenza la fragilità della propria reputazione sui Social

    Ero in vena creativa, così ho iniziato ad immaginare una storia buffa, un racconto adatto per un corto. Non riuscivo a pensare a niente fino a quando, di punto in bianco, mi sono uscite le parole di getto, e quello che segue è il risultato:


    La Reputazione
    (racconto per un corto)


    Estate. Interno sera. Palazzo semideserto nella periferia di Roma.

    Due ladri con passamontagna stanno cercando di scardinare la porta di un appartamento.

    L’operazione è più difficile del previsto, anche perché sono alquanto imbranati.

    Ad un certo punto uno dei due si alza il passamontagna: “A Romolé, ma che stai affà! Così te se vede il volto!”, “A Mariolì, sto a soffocà, ce stanno 40 gradi all’ombra! Anzi se me lo dicevi prima che dovevamo venì qui me mettevo i pantaloncini corti!”, “Si e pure l’infradito!!! Ma cerca de lavorà va che se nun me aprì sta porta entro cinque minuti vedì che doccia de schiaffi che te faccio!”.

    Dopo diversi tentativi, schiacciamento di dita, spigolate e casini vari, finalmente i due riescono ad entrare.

    A Mariolì ma che è sta puzza!?”, “Non ce lo so! Sembra come la discarica dove ho lavorato per arrotondà”, “Si quella volta che t’hanno fatto il contratto da topo de fogna, vè? Ma và và, annamo a vedé che c’è dellà!”, “Abbassa la voce, non vorrai mica fatte sentì dar vicinato?”, “Co sta puzza me sa proprio che er vicinato o è morto o se ne è andato da un pezzo”.

    I due si dirigono in soggiorno. Sulle pareti foto, tante foto. Al centro di ogni scatto lui, il proprietario dell’appartamento.

    Anvedì questo, s’è fatto la foto con Ilona Staller! Guarda qua, pure con la Ferilli!”, “Invece qui sta insieme a Gigi! (D’alessio)”, “Te lo dicevo io, deve essé proprio uno che conta! Lo seguo da un pezzo sui Social, ogni giorno posta foto insieme a un vip, guarda qua...”.

    Prende il cellulare e mostra le foto all’amico: “Anvedì che coatto! Io certi tipi nun li capisco proprio, tutto quer pelo de fori sur petto! Cor crocifisso d’oro... ma come se fa!?”, “Dai, sbrigamose, annamo a vedè ‘ndo stà la cassaforte”.

    Girando per la casa si imbattono nella camera da letto.

    Romolé, qui se soffoca! Non ce sarà mica er cadavere de la socera come in quella puntata de Don Matteo?”, “Ma che stai addì! Viene da sto mucchio de panni buttati sul letto.. so sti calzini!!!”.

    Saltellando di corsa i due fuggono via e aprono la porta di un’altra stanza. Si ritrovano in bagno. Le pareti sono piene di poster.

    Mecojoni! Anvedi che gnocca! Ma quella la conosco è la Ramazzotti, guarda che tette!”, “Invece questa è la Bellucci, guarda che occhi!”, “Si vabbè, l’occhi?!”, giù uno scappellotto.

    A Mariolì, ma sei sicuro che questo c’ha li sordi? A me me sembra un disperato come noiartri!”, “No no, te l’assicuro, su Facebook sta sempre addì peste e corna de li poveracci: che lui è uno tosto, che so i quattrini che vengono da lui, che la ricchezza è cosa pè pochi fortunati! Dice che mo sta a Ibiza a fa follie!”, “Bo sarà, mo però cercamo sta cassaforte và”.

    Dopo ore di ricerca, della cassaforte manco l’ombra, solo poca roba e tutta proveniente da discount.

    Mannaggia a me che te do retta! Qui nun ce trovamo un fico secco, solo tempo perso!”, “Me sa che c’hai ragione... ma sai che te dico? Mo a sto quaquaraquà je famo vedé noi la notorietà!”.

    Ding! Una notifica sullo smartphone. Ding! Ding! Altre due, tre, quattro... una serie infinita di notifiche.

    Umberto, il proprietario dell’appartamento, sblocca il telefono e apre Facebook:

    O MIO DIO!


    Nel suo profilo Facebook qualcuno ha postato una serie di nuove foto, tutte con la didascalia "un giretto a casa di Umberto": un letto pieno di panni sporchi con evidenza un bel paio di calzini, di cui uno pure bucato. Il bagno pieno di poster di donne nude, il lavandino, il bidet e il water incrostati. La cucina con tutti i piatti da lavare, la foto delle lasagne in frigo con il cartellino “da mamma tua”…

    Nell’ultima foto un selfie, due strani figuri con indosso il passamontagna (che uno di loro tiene a metà mostrando beatamente il viso), sorridendo tengono in mano un cartello con su scritto:

    Ce credi solo tu... A SFIGATO!!!


    Titoli di coda con singhiozzi in sottofondo.


    The End


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    Andrea Millozzi's picture
    About the Author

    Appassionato di informatica fin da giovanissimo ho iniziato a programmare da autodidatta. Da allora il mio entusiasmo e la mia curiosità non hanno fatto che aumentare... Oggi mi diletto a realizzare siti internet, App e progetti hardware con Arduino, Raspberry Pi & Co.