Iscriviti alla newsletter per rimanere aggiornato

inserisci il tuo indirizzo Email

    Subscribe to newsletter - tutte le categorie feed

    Iscriviti alla newsletter per rimanere aggiornato
    inserisci il tuo indirizzo Email »»»

  • Sovranità Digitale o Indipendenza Tecnologica: qual è la scelta migliore per un'Italia che affanna?

    III➤ l'Italia si trova di fronte a scelte cruciali: analizziamo i possibili vantaggi tra adottare una posizione di Sovranità Digitale o di Indipendenza Tecnologica

    In Europa, il concetto di "Sovranità digitale" sta guadagnando sempre più rilevanza. Sono d'accordo con l'avvocato Andrea Lisi quando suggerisce che invece andrebbe adottato il termine "Indipendenza digitale" al posto di "Sovranità digitale".

     

    Questa forma di indipendenza non dovrebbe cercare di colmare il divario tecnologico che ci separa dagli Stati Uniti o dalla Cina, poiché è un obiettivo difficile, se non impossibile, da raggiungere rapidamente. Piuttosto, dovrebbe concentrarsi sulla liberazione dal dominio stesso della tecnologia.

     

    Nonostante il mio profondo interesse e supporto per il mondo digitale, riconosco anche i suoi limiti e le sue insidie. In un certo senso, è simile a giocare con il fuoco: si possono ammirare i suoi colori, apprezzarne il calore durante l'inverno o sfruttarlo per generare energia. Tuttavia, se non si sta attenti, soprattutto per coloro che non sanno gestirlo adeguatamente, può diventare una vera e terribile minaccia.

     

    Viviamo in un'epoca in cui il mondo intero sta facendo affidamento massiccio su algoritmi estremamente invasivi, intelligenza artificiale, realtà aumentata e virtuale. È facile comprendere quindi cos’è che sta diventando sempre più raro: le abilità umane di creare e operare, senza l’uso della tecnologia!

     

    Nonostante il mio affetto e sostegno per il mondo digitale, è impossibile non notare che l'uso improprio e eccessivo, come sta accadendo attualmente in tutto il mondo, in particolare in Italia, potrebbe causare una carenza di competenze umane fondamentali. Mi spiace dirlo, ma le statistiche rivelano continuamente che il Belpaese non è fra le nazioni trainanti, al contrario, in questo ambito, risulta quasi sempre nelle ultime posizioni.

     

    Ad esempio, il Digital Economy and Society Index (DESI) è un indice introdotto dalla Commissione Europea nel 2014 per misurare i progressi dei Paesi europei in termini di digitalizzazione dell'economia e della società, al fine di convergere verso un unico mercato digitale: in questa classifica, anche per il 2022, l'Italia risulta indietro rispetto agli altri Paesi. È diciannovesima (19) su 28, al di sotto della media Europea che si assesta al quindicesimo (15) posto.

     

    Quindi lo dico e lo ribadisco ancora una volta: dovremmo sfruttare le enormi potenzialità che ci offre l’innovazione oggi, per rivedere, alla luce delle nuove scoperte e degli studi fatti negli anni, in tutti gli ambiti, le antiche tecniche e pratiche tramandate dai nostri antenati, per riproporle in chiave moderna, migliorandone i processi, ottimizzandone i tempi e diventando così i maggiori esperti nel mondo della creatività e del “fai-da-te”!

     

    Un esempio tangibile emerge dai giovani che, dopo aver studiato e magari guadagnato esperienza all'estero, fanno ritorno in Italia con l'obiettivo di investire il proprio avvenire nell'ambito dell'agricoltura. Alcuni di loro scelgono di rilevare aziende di famiglia, intraprendendo attività poliedriche che spaziano dalla trasformazione dei prodotti aziendali alla vendita diretta. Si dedicano a iniziative come fattorie didattiche, agriasilo e forme di agricoltura sociale, oltre ad attività ricreative, agribenessere, e alla cura del paesaggio, persino alla produzione di energie rinnovabili. In sostanza sfruttano le radici delle pratiche tradizionali, ma le integrano con soluzioni innovative e moderne.

     

    Questa prospettiva, se estesa ad ogni singolo cittadino, avrebbe impatti positivi immediati. Riutilizzare i prodotti anziché gettarli, ridurre lo spreco di risorse e affinare le abilità umane porterebbe vantaggi concreti: otterremmo una popolazione più consapevole e pronta ad affrontare il futuro con sagacia umana, anziché solo affidandosi alla tecnologia.

     

    Mi rendo conto che queste riflessioni potrebbero apparire in dissonanza con l'attualità, ma se esaminiamo con attenzione il panorama futuro, anche a soli dieci anni di distanza, emerge in maniera sempre più chiara la possibilità di trovarci in difficoltà di fronte all'aumento dei prezzi dell'energia e all'accesso sempre più limitato al benessere digitale di cui finora abbiamo goduto. D’altronde, segnali premonitori si sono già manifestati in passato, e attualmente lo stiamo sperimentando, con il costo della benzina che ha superato la soglia dei due euro, spingendoci a riflettere sull'importanza di prepararci ad affrontare sfide economiche e non solo!

     

    In questa situazione, è difficile non concordare sul fatto che l'unico modo per sopravvivere senza soccombere sia quello di sapersi barcamenare tra le difficoltà, assumendosi la responsabilità in prima persona e affrontando le sfide con l’ottimismo e la sicurezza tipici dell’uomo che sa come risolvere i problemi utilizzando l’ingegno e mettendo a frutto le proprie abilità. E proprio per questo motivo, iniziare ad apprendere le competenze necessarie quanto prima, risulta essere sicuramente la scelta più saggia che possiamo attuare come Paese fin da subito.

     

    Da sempre noi italiani siamo stati considerati dal resto del mondo come un popolo di artisti, creativi, inventori e visionari illuminati... ecco, forse è arrivato di nuovo il tempo di abbracciare queste radici e di trasformarle in un punto di forza nell'era digitale!

    Andrea Millozzi's picture
    About the Author

    Appassionato di informatica fin da giovanissimo ho iniziato a programmare da autodidatta. Da allora il mio entusiasmo e la mia curiosità non hanno fatto che aumentare... Oggi mi diletto a realizzare siti internet, App e progetti hardware con Arduino, Raspberry Pi & Co.