Elettromagnetismo e salute: guarda dove sono ubicate le antenne di telefonia nel tuo comune ed impara a realizzare una mappa fai-da-te partendo dagli Open Data in formato testuale
Visto che gli smartphone sono diventati oggetti di uso così comune, tanto che hanno superato anche la vendita dei PC, forse, porsi delle domande sull'elettromagnetismo e le implicazioni sulla salute dovrebbe essere, se non obbligatorio, come minimo una curiosità da approfondire.
Sebbene nessuno sia ancora in grado di stabilire al 100% una relazione diretta fra l'esposizione alle onde radio emesse da antenne TV, antenne di telefonia, ripetitori, ponti radio, router wifi, smartphone, ecc. e danni alla salute che portano a problemi che vanno dal semplice mal di testa fino cause molto più serie come le leucemie, ci sono alcuni aspetti che non possono essere ignorati e che portano a pensare che forse, in presenza di radiazioni elettromagnetiche, emanate dai cellulari, tablet, notebook, router wifi, ecc., sia il caso di adottare azioni preventive in base al principio di precauzione.
ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ
Innanzitutto credo sia utile partire da quanto ha riferito nel 2011 la IARC (International Agency for Research on Cancer) per conto dell'Organizzazione Mondale della Sanità. Riporto il testo, in italiano, del documento originale (PDF), fine penultima pagina:
"Essenzialmente sulla base di questi dati, la IARC ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come possibilmente cancerogeni per l’uomo (Gruppo 2B), una categoria utilizzata quando un’associazione causale viene considerata credibile, ma non si può escludere con ragionevole sicurezza che l’osservazione sia dovuta al caso, a distorsioni o ad effetti di confondimento. Mentre non è stato stabilito un incremento del rischio di tumori cerebrali, l’uso crescente dei telefoni mobili e la mancanza di dati sull’uso di questi strumenti di comunicazione per periodi superiori ai 15 anni suggeriscono la necessità di ulteriori ricerche su questo tema. In particolare, data la recente popolarità dell’uso di telefoni mobili tra i più giovani, con la conseguente possibilità di una più lunga esposizione nel corso della vita, l’OMS ha promosso ulteriori ricerche su questo gruppo di popolazione. Sono attualmente in corso studi destinati a valutare eventuali effetti dell’uso di telefoni mobili sulla salute di bambini e adolescenti."
Alla luce di queste ricerche è evidente che lo sviluppo delle tecnologie digitali dovrebbe realizzarsi ispirandosi al "principio di precauzione", garantendo la minimizzazione e l'omogeneità dei campi elettromagnetici in cui siamo immersi: almeno per salvaguardare la salute dei bambini, che avendo una massa più piccola, e un tempo di irraggiamento più lungo nell'arco della vita, sono sicuramente più a rischio rispetto agli adulti.
LE CONDANNE
Nel corso degli anni ci sono state alcune sentenze di condanna in cui, esperti chiamati a valutare i casi, hanno presentato prove scientifiche da cui si evince il nesso causale fra lunga esposizione ai campi elettromagnetici emanati dai dispositivi di telefonia e danni alla salute.
Forse sarebbe il caso di cominciare a pretendere maggiori attenzioni da parte delle Autorità, anche perché, lo ripeto, in gioco ci sono le vite dei nostri figli, la prima generazione continuamente sottoposta all'irraggiamento di onde elettromagnetiche.
L'ultima causa, il cui verdetto è stato emesso dal tribunale di Ivrea l'11 aprile 2017, è quella di un dipendente Telecom colpito da neurinoma dopo aver utilizzato il cellulare più di tre ore al giorno per 15 anni: "La sentenza riconosce il legame causale tra un tumore al cervello e l’uso di un telefono cellulare" spiegano gli avvocati Renato Ambrosio e Stefano Bertone che hanno vinto la causa.
L’effetto cancerogeno delle onde elettromagnetiche del telefonino era già stato riconosciuto sin dal 2011 dalla IARC che aveva inserito questo dispositivo nella categoria 2b: "possibilmente cancerogeno per l'uomo".
Lo studio legale degli avvocati Ambrosio e Commodo, esperti in risarcimento del danno, avevano già intentato una causa alcuni anni fa "che è ancora giacente al Tar" per imporre al ministero una campagna di informazione sui rischi legati al cellulare.
"sono soprattutto i bambini e le donne in gravidanza a essere più vulnerabili" spiega ancora l’avvocato Bertone.
"la popolazione deve essere avvisata perché basta usare il telefono con l’auricolare o a una certa distanza per poter abbassare i rischi".
"abbiamo avuto difficoltà sul profilo medico e scientifico perché ci è stato detto che non c’erano prove che potesse creare un tumore, ma è stato detto che non si poteva anche dire il contrario. Questa sentenza invece dice proprio che c’è un nesso causale ed è’ per questo che ora chi ci governa debba prendersi la responsabilità di fare qualcosa" dice l’avvocato Renato Ambrosio.
Se ti va puoi approfondire la notizia: "Ivrea, tumore al cervello per uso eccessivo del telefonino: Inail condannata a pagare - l'uso scorretto provoca il cancro -".
Di seguito invece la puntata de "Le Iene" in cui è possibile ascoltare alcuni pareri degli esperti e l'esperienza di chi è rimasto vittima delle radiazioni: "Il cellulare fa male?".
LE DELIBERE COMUNALI
Esistono delibere istituite da diversi comuni italiani che regolano la presenza delle antenne sul territorio per evitare problemi alla cittadinanza dovuti al campo elettromagnetico prodotto dalle Stazioni Radio Base di telefonia. Una di queste è la delibera capitolina n.26 del 14 maggio 2015 (PDF) che all'art.4, prevede:
"ART. 4 – DIVIETO DI INSTALLAZIONE DEGLI IMPIANTI
1 - Fermo restando il rispetto dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità stabiliti per legge, nel rispetto del principio di precauzione, qualsiasi localizzazione deve tendere alla minimizzazione dell’esposizione umana alle onde elettromagnetiche nei siti sensibili; in particolare è fatto divieto di installare impianti su siti sensibili quali ospedali, case di cura e di riposo, scuole ed asili nido, oratori, orfanotrofi, parchi gioco, ivi comprese le relative pertinenze, ad una distanza non inferiore a 100 mt, calcolati dal bordo del sistema radiante al perimetro esterno.
2 - Gli impianti di telefonia mobile esistenti, installati sugli immobili di cui al comma precedente, sono oggetto di delocalizzazione in conformità con le finalità stabilite nel presente Regolamento, previa individuazione, autorizzazione e attivazione contestuale di altro sito compatibile ai fini di una efficiente erogazione del servizio.
3 - Il divieto di installazione di cui sopra può essere derogato sui singoli beni classificati come siti sensibili che, per attività in essi svolta, richiedano una puntuale copertura radioelettrica.
4 - Non è consentita l’installazione degli impianti su edifici costruiti abusivamente, che non abbiano ottenuto il titolo abilitativo edilizio in sanatoria."
Quindi anche l'Amministrazione Pubblica prevede dei casi per cui, proprio per salvaguardare la salute, è necessario evitare l'irraggiamento di campi elettromagnetici.
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Purtroppo, dal 2015, ci sono ancora scuole con tralicci enormi nelle vicinanze a meno (molto meno!) di 100 mt Sarebbe il caso di salvaguardare la salute dei bambini e del personale che lavora nelle scuole. Ma proprio il personale della scuola, non dovrebbe attivarsi facendo leva sulle leggi che regolano la sicurezza nei luoghi di lavoro?
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LE ISTRUZIONI DEGLI SMARTPHONE
Le aziende di telefonia stesse, consigliano di tenere lo smartphone lontano dal corpo, almeno alla distanza di 1,5 cm come scritto nelle istruzioni allegate ai prodotti in vendita: ad esempio, nelle istruzioni relative ad uno smartphone LG G3 - 855 - (PDF), a pagina 6, si legge:
"Questo dispositivo è conforme alle direttive sull'esposizione alle radiofrequenze quando utilizzato nella normale posizione d'uso vicino all'orecchio o posizionato a una distanza di almeno 1,5 cm dal corpo. Se una custodia, una clip per cintura o un altro sostegno vengono posizionati a stretto contatto con il corpo, tali accessori non devono contenere metallo ed è importante mantenere il dispositivo a una distanza di almeno 1,5 cm dal corpo. Il dispositivo richiede una connessione ottimale alla rete per poter trasmettere file di dati o messaggi. In alcuni casi, la trasmissione di file di dati o messaggi potrebbe essere ritardata fino a che tale connessione diventi disponibile. Le istruzioni relative alla separazione del dispositivo dal corpo devono essere rispettate fino alla fine della trasmissione."
CONSIDERAZIONI FINALI
In base a quanto visto finora, queste le considerazioni che mi vengono in mente al riguardo:
- Le ricerche sulla nocività o meno dell'elettromagnetismo, spesso sono realizzate proprio dalle aziende di telefonia che sono parte in causa. Esistono studi indipendenti? Studi effettuati da aziende, enti, Stati, che non prendano finanziamenti da società di telefonia? Non mi sembra di averne visti, al contrario, ci sono inchieste da cui emerge in maniera evidente l'ingerenza di lobby private o casi di corruzione per rendere inoffensive ricerche scientifiche che avrebbero potuto limitare le possibilità di guadagno.
- La dicitura adottata dall'OMS: "possibilmente cancerogeno", mi fa pensare che forse sia il caso di mettere in pratica il "principio di precauzione".
- Ognuno, nella propria vita privata, è libero di adottare comportamenti a rischio, ma la salute pubblica va salvaguardata con ogni mezzo, tanto più se non si ha la certezza che le azioni poste in essere non siano pericolose, specialmente se a rischio sono le vite dei bambini, no? Per questo trovo assurdo che in molte scuole si utilizzi il wifi, proprio a ridosso delle classi scolastiche!
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Esistono sentenze che associano tumori ed elettromagnetismo?
Si
Esistono enti ufficiali che ne attestano la probabile pericolosità?
Si
E' mai stato studiato abbastanza a lungo l'effetto dell'elettromagnetismo sull'organismo dei nativi digitali?
NO
Alla luce di quello che ho capito leggendo diversi articoli, guardando video e documenti ufficiali, personalmente agisco seguendo il principio di precauzione, porto lo smartphone nel borsello lontano dal corpo, quando posso evito di utilizzare il WiFi ed ho impostato il router in modo da spegnersi la notte se me lo scordo acceso...
Poi è ovvio che non sono un talebano e capisco l'importanza dell'innovazione tecnologia di cui apprezzo i vantaggi, ma sarebbe sciocco sottovalutarne anche i difetti e le cause che questi comportano, non credi?
Non si tratta di essere PRO o CONTRO... dicevano che l'amianto era sicuro, a distanza di 25 anni, ancora stiamo a contare i morti!
Per favore, non facciamo lo stesso sbaglio: nessuno è contro la tecnologia e l'innovazione ma contro l'idiozia di non considerare la storia e i fatti del passato, questo sì!
E' possibile pretendere maggiori tutele senza essere considerati dei complottisti?
Innanzitutto le istituzioni pubbliche dovrebbero fare la loro parte iniziando dal Ministero della Salute da cui non mi pare di aver mai ascoltato parole di prevenzione riguardo all'uso degli smartphone, neanche relativamente all'uso che ne fanno i giovani. In rete c'è qualcuno che consiglia questo SPOT:
Spot mai fatto dal ministero della salute per la prevenzione dei danni provocati dai telefoni cellulari
Poi c'è un altro aspetto da considerare: purtroppo nel 2012, subito dopo che l'OMS aveva innalzato la pericolosità delle onde elettromagnetiche, il Decreto Sviluppo del governo Monti (poi Legge 221 art. 14, c. 8) ha inserito una diversa modalità di misurazione del campo elettromagnetico: il limite di sicurezza non deriva più da misurazioni medie calcolate su un intervallo di sei minuti, ma risulta da una media di valori calcolata nell'arco delle 24 ore!
Una norma del genere, viene incontro alle esigenze dei cittadini o permette ai Gestori di telefonia di innalzare fino al 70% i limiti nelle ore diurne per poi "rientrare nella media" nelle ore notturne, quando il servizio telefonico è meno richiesto? Come dire: di giorno sparo addosso alle scuole, ospedali, appartamenti e di notte, spengo tutto, e limiti sono comunque nella norma.
Per chiarezza, di seguito riporto il testo dell'articolo 14, comma 8 della Legge 221/2012:
"8. Ferme restando, per quanto non espressamente disciplinato dal presente articolo, le vigenti le disposizioni contenute nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 8 luglio 2003, recante fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 199 del 28 agosto 2003, si prevede che:
a) i valori di attenzione indicati nella tabella 2 all'allegato B del citato decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2003 si assumono a titolo di misura di cautela per la protezione da possibili effetti anche a lungo termine eventualmente connessi con le esposizioni ai campi generati alle suddette frequenze nei seguenti casi:
1) all'interno di edifici utilizzati come ambienti abitativi con permanenze continuative non inferiori a quattro ore giornaliere;
2) solo nel caso di utilizzazione per permanenze non inferiori a quattro ore continuative giornaliere, nelle pertinenze esterne con dimensioni abitabili, come definite nelle Linee Guida di cui alla successiva lettera d), quali balconi, terrazzi e cortili (esclusi i tetti anche in presenza di lucernai ed i lastrici solari con funzione prevalente di copertura, indipendentemente dalla presenza o meno di balaustre o protezioni anti-caduta e di pavimentazione rifinita, di proprietà comune dei condomini);
b) nel caso di esposizione a impianti che generano campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici con frequenza compresa tra 100 kHz e 300 GHz, non devono essere superati i limiti di esposizione di cui alla tabella 1 dell'allegato B del citato decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2003, intesi come valori efficaci. Tali valori devono essere rilevati ad un'altezza di m. 1,50 sul piano di calpestio e mediati su qualsiasi intervallo di sei minuti. I valori di cui al comma 10, lettera a) del presente articolo, invece, devono essere rilevati ad un'altezza di m. 1,50 sul piano di calpestio e sono da intendersi come media dei valori nell'arco delle 24 ore;
c) ai fini della progressiva minimizzazione della esposizione ai campi elettromagnetici, i valori di immissione dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz, calcolati o misurati all'aperto nelle aree intensamente frequentate, non devono superare i valori indicati nella tabella 3 dell'allegato B del citato decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 luglio 2003, detti valori devono essere determinati ad un'altezza di m 1,50 sul piano di calpestio e sono da intendersi come media dei valori nell'arco delle 24 ore;
d) le tecniche di misurazione e di rilevamento dei livelli di esposizione da adottare sono quelle indicate nella norma CEI 211-7 o specifiche norme emanate successivamente dal CEI. Ai fini della verifica mediante determinazione del mancato superamento del valore di attenzione e dell'obiettivo di qualità si potrà anche fare riferimento, per l'identificazione dei valori mediati nell'arco delle 24 ore, a metodologie di estrapolazione basate sui dati tecnici e storici dell'impianto. Le tecniche di calcolo previsionale da adottare sono quelle indicate nella norma CEI 211-10 o specifiche norme emanate successivamente dal CEI. Ai fini della verifica attraverso stima previsionale del valore di attenzione e dell'obiettivo di qualità, le istanze previste dal decreto legislativo n. 259 del 2003 saranno basate su valori mediati nell'arco delle 24 ore, valutati in base alla riduzione della potenza massima al connettore d'antenna con appositi fattori che tengano conto della variabilità temporale dell'emissione degli impianti nell'arco delle 24 ore. Questi fattori di riduzione della potenza saranno individuati in apposite Linee Guida predisposte dall'ISPRA e dalle ARPA/APPA secondo le modalità di seguito indicate. Laddove siano assenti pertinenze esterne degli edifici di cui alla lettera a), i calcoli previsionali dovranno tenere in conto dei valori di assorbimento del campo elettromagnetico da parte delle strutture degli edifici così come definiti nelle suddette Linee Guida. Gli operatori forniscono all'ISPRA e alle ARPA/APPA i dati di potenza degli impianti secondo le modalità contenute nelle medesime Linee Guida. Tali dati dovranno rappresentare le reali condizioni di funzionamento degli impianti. Eventuali condizioni di funzionamento anomalo degli impianti dovranno essere tempestivamente segnalate agli organi di controllo e di vigilanza sanitaria e ambientale di cui all'articolo 14 della legge 22 febbraio 2001, n. 36. L’ISPRA e le ARPA/APPA provvedono, in attuazione del presente decreto, all’elaborazione di linee guida, che sono approvate con uno o più decreti del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentite le competenti Commissioni parlamentari. Tali Linee Guida potranno essere soggette ad aggiornamento con periodicità semestrale su indicazione del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che provvederà alla relativa approvazione."
COME E' POSSIBILE DIFENDERSI?
Mi sono chiesto quali azioni intraprendere potessi mettere in atto per preservare la salute. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata quella di verificare se in rete fosse presente qualche banca dati relativa alla presenza sul territorio delle antenne di telefonia: giusto per cominciare a studiare la grandezza del problema.
Ho iniziato quindi la ricerca sui siti Istituzionali, partendo ovviamente da Roma che, essendo la Capitale, dovrebbe avere già un piano antenne con relativa mappatura: invece nulla!
Eppure esiste la delibera capitolina n.26 del 14 maggio 2015 (PDF), di cui ho già parlato, in cui si erano decise una serie di attività per censire gli impianti e per monitorare l’inquinamento elettromagnetico. Si sarebbero dovute attuare le seguenti azioni:
- redazione di un piano territoriale della telefonia mobile;
- costituzione di un registro cittadino delle antenne e di un osservatorio sull’inquinamento elettromagnetico (che servirà anche a "rendere più trasparente il percorso delle varie autorizzazioni");
- pubblicazione sul web del "piano antenne";
- dislocazione sul territorio cittadino di centraline per la misurazione dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, le cui rilevazioni saranno periodicamente pubblicate sul web e liberamente consultabili online.
Quello che ho trovato invece sul sito del Comune è solo questo: la pagina degli avvisi installazione antenne e l'elenco degli avvisi passati.
Allora ho proseguito la ricerca per scoprire se esisteva qualche mappa delle antenne di telefonia realizzata con gli Open Data, risultato: ho trovato questa mappa su datiopen.it, il portale italiano dell'Open Data, con l'indicazione della posizione delle antenne di telefonia in Italia. Purtroppo, visionando i dati relativi alla città di Roma ci si accorge subito che c'è qualcosa che non va. Il numero delle antenne è troppo basso rispetto al numero reale di impianti installati, è evidente. Quindi anche in questo caso, nulla di fatto!
Poi ho trovato il sito inwit.it, del gruppo TIM, in cui vengono riportate le antenne di radio base posizionate dalla Telecom. Stavolta il numero mi sembra congruo. Certo che, trattandosi delle sole antenne TIM, se considerassimo anche quelle di tutti gli altri gestori, la cosa evidente e che balza subito all'occhio è la gran quantità di elementi presenti: un numero davvero impressionante, non credi?
Per conoscere la situazione della copertura del segnale, esiste anche questa mappa che trovi su opensignal.com.
Per avere invece dati ufficiali di copertura direttamente dai vari gestori, questi sono i link:
- Mappa di copertura del segnale di telefonia di TIM
- Mappa di copertura del segnale di telefonia di Vodafone
- Mappa di copertura del segnale di telefonia di Wind
- Mappa di copertura del segnale di telefonia di 3 Italia
LA MAPPA CON I VALORI DI IRRAGGIAMENTO
Mi sono chiesto se gli organi preposti al controllo dei valori irraggiati rilasciassero dati pubblici, così ho trovato su dati.comune.roma.it le informazioni che cercavo: i dati open delle misure che riguardano i rilievi strumentali effettuati da ARPA LAZIO nel periodo 2013 - 2017 a seguito di esposti presentati da singoli cittadini o Enti.
Purtroppo però, essendo solo dati testuali, non erano molto utili, così ho provveduto ad inserire tutti i valori in un unico file Excel, poi grazie al sito easymapmaker.com ho convertito il tutto in una Mappa realizzando la Mappa delle misure di campo elettromagnetico in alta frequenza della città di Roma dal 2013 al 2017.
Per permetterti di studiare meglio i dati, ho provveduto ad inserire dei flitri, in modo da poter scegliere come visualizzare i dati in base all'anno, il municipio, ecc.
Mappa delle misure di campo elettromagnetico in alta frequenza della città di Roma dal 2013 al 2017
Se anche tu vuoi realizzare una mappa partendo da una tabella Excel, basta che selezioni tutta la tabella, copi i dati, ti rechi sul sito easymapmaker.com dopodiché incolli le informazioni nel campo apposito che trovi al centro della pagina.
Fatto questo, non ti resta che cliccare sul tasto per le impostazioni ed infine premere il pulsante "Crea Mappa". Fatto!
Semplice, no?
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