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    Racconto: oscure presenze

    Conosci il genere Creepypasta? Una sorta de "Ai confini della realtà" dei tempi moderni. Ho accettato la sfida: ecco il risultato, ti piace?

    "Una Creepypasta è una storia generalmente corta pubblicata su internet in modo anonimo, ed è creata appositamente per impaurire o provocare uno shock nel lettore." Fino a pochi giorni fa non sapevo dell'esistenza di questo genere letterario: Creepypasta. Vedovo mia figlia sempre intenta a leggere così le ho chiesto cosa stesse leggendo, poi ho capito. Una sorta de "Ai confini della realtà" dei tempi moderni. Così un po' per gioco e un po' per sfida ho buttato giù questa storiella de paura. Che dici? T'attizza?


    Oscure presenze


    Abitava in quella casa ormai da qualche anno. Non aveva famiglia ne moglie e tanto meno figli. Aveva ereditato quella casa dal nonno. Mentre degli altri parenti aveva ricordi nebbiosi, del nonno si ricordava bene. Soprattutto di quello che gli disse in punto di morte: "Anche se ti può sembrare assurdo, credimi... Vattene da quella casa. Oscure presenze la vivono e nulla di buono ti potrà accadere se ci andrai a vivere. Segui il mio consiglio". Tutti consideravano quell'anziano un tipo strano, sempre solo, scorbutico e sopratutto non molto sano di mente. Negli ultimi mesi di vita era stato ricoverato più volte perché lo avevano trovato a girovagare per la città in stato confusionale. "Sono in casa vi dico. Mi vogliono morto!". Era questo che diceva ogni volta che qualcuno lo avvicinava. Dopo l'ennesimo episodio la polizia era andata più volte a visitare l'appartamento ma non trovando nulla di strano così come era venuta se ne era andata.

    In fondo, da quando ci viveva, dopo la morte del nonno, non era mai capitato nulla di particolarmente strano. In realtà sì, a volte aveva trovato oggetti spostati da dove li aveva messi ma nulla che potesse essere considerato al di fuori della norma. Quando era successo aveva pensato di aver lasciato sbadatamente lo spazzolino in soggiorno o che si era dimenticato di spengere il fuoco nel fornello. Cose che capitano a tutti. Solo una volta avvenne qualcosa che lo lasciò preoccupato. Era inverno e riempiendo la vasca per il bagno, la stanza si riempì di vapore. Facendo attenzione a non scivolare si era alzato e indossato le ciabatte. Stava per prendere l'accappatoio quando scorse quella strana figura. Parte dello specchio di fronte a lui si era annebbiata. A prima vista sembrava del tutto casuale. Ma guardando meglio le curve e le linee bianche che risaltavano oltre il suo riflesso in quella stanza fumosa, sembrava di percepire un senso, una figura appunto. Ci mise qualche secondo ma poi capì. Quelle pennellate di vapore non si erano formate a caso, non era possibile. Davanti a lui c'era, ricreato alla perfezione, il volto di suo nonno. Quelle rughe sulla fronte, quegli zigomi accentuati dall'età. Non poteva sbagliarsi, era proprio lui. In quel momento gli tornarono in mente le parole a cui non aveva voluto credere: "Oscure presenze la vivono. Vattene da quella casa". Gli si gelò il sangue ma nonostante tutto volle continuare a credere che si trattasse di semplice suggestione. Ciò nonostante, quell'episodio cambiò per sempre la sua vita.

    Divenne ansioso. Tanto che ogni volta che lasciava la casa per andare al lavoro o a fare la spesa, il suo pensiero tornava alle parole premonitrici amplificando sempre di più il dubbio che quelle presenze esistessero davvero e si aggirassero nelle stanze in sua assenza. Così un giorno decise di acquistare e installare in casa alcune telecamere. Aveva visto la pubblicità in TV quel tipo che con lo smartphone, anche stando in riva al mare, era in grado di collegarsi e vedere cosa succedeva in casa. Era esattamente ciò che gli serviva. Ogni volta che si connetteva, che fosse al lavoro o al supermercato, sullo schermo del telefono apparivano in bianco e nero le immagini delle stanze così come le aveva lasciate. Se qualcosa di particolare fosse accaduto, se ne sarebbe accorto subito. Visto che era sempre tutto tranquillo, proprio quando cominciava finalmente ad archiviare il fatto come una storia passata, avvenne quello che mai avrebbe immaginato.

    Durante la pausa pranzo, addentando controvoglia il suo panino, era intento a visionare quello che riprendevano le telecamere in casa. In cucina si scorgevano i piatti messi a sgocciolare la sera prima sul lavandino. Nella camera da letto i vestiti erano lì sulla sedia dove li aveva lasciati. In soggiorno la TV occupava gran parte dello sfondo. Proprio mentre stava osservando il soggiorno, si accorse che qualcosa non quadrava. Lì per lì sembrava tutto a posto ma analizzando bene la scena, facendo bene attenzione, si poteva notare che la scritta della marca del televisore era al contrario. Questo poteva significare una cosa sola: il televisore era sottosopra! Preso da un brivido, iniziò a zoomare la scena e con stupore si accorse che anche i libri sulle mensole erano tutti capovolti. Per terra il tappeto era girato. Le pantofole vicino al divano, a testa in giù, mostravano le suole. Era chiaro che il presagio iniziava a diventare realtà. Ne ebbe la conferma quando per un istante il lampadario d'improvviso iniziò ad oscillare accendendosi e spegnendosi ad intermittenza per qualche secondo per poi spengersi definitivamente e bloccarsi di colpo.

    Da quel momento la paura si impossessò di lui. Paura di tornare a casa. Paura di stare lì tutto solo. Ma non aveva altro posto dove andare e nonostante tutto fu costretto a rincasare. Ci vollero ore, che a lui sembrarono infinite, ma alla fine trovò il coraggio ed entrò nel suo appartamento. Una volta dentro, si diresse senza esitazione nel soggiorno. Non credeva ai suoi occhi: era tutto a posto! Non capiva. Iniziò a dubitare della sua sanità mentale. Era vero quello che aveva visto? Era successo o era tutto frutto della sua immaginazione?

    Il tempo passò.

    Erano troppi mesi che non aveva più un sonno regolare. Così gli capitava spesso di sedersi o stendersi e perdere facilmente il contatto con la realtà. Come quella sera in cui si era accasciato sul letto. Stava sognando quando ebbe la sensazione di percepire un soffio sul suo viso che lo fece rinvenire dal torpore in cui era crollato. Non aveva un buon presagio. Per un attimo sperò di non aver avuto quella sensazione, di non aver mai vissuto in quella casa. Di aver dato retta al nonno. Aprì gli occhi. La stanza era illuminata dalla lampada che aveva tenuto acceso per scacciare le sue paure. Sperava che quelle oscure presenze avessero timore di superare quel campo energetico fatto di luce. Sperava che le sue fossero solo fantasie. Sperava. Ma il fatto sembrava reale. Come se davvero qualcuno gli si fosse avvicinato e gli avesse soffiato in volto e addirittura quell'aria gli avesse toccato l'anima.

    Era sdraiato e immobile. Per un istante esitò. Poi, chiudendo i pugni per trovare il coraggio, iniziò a girare lentamente la testa verso la porta. Movimenti lenti. Lentissimi. Ci mise interi minuti a raggiungere con gli occhi la maniglia della porta. Minuti interminabili in cui il cuore che gli batteva in gola sembrava un tamburo impazzito che echeggiava nella stanza. Paura ne aveva già provata in passato ma quello che stava vivendo in quel momento era un'altra cosa, era terrore puro. Un rivolo di sudore gli scivolò dalla fronte finendo nell'occhio destro. Da quell'occhio ora, ci vedeva sfocato. Normalmente sarebbe bastato alzare una mano per asciugarsi, ma ora per nulla al mondo avrebbe osato muoversi.

    Con l'altro occhio gli parve di vedere la maniglia muoversi. Anzi ne era sicuro. Sgranò gli occhi. Il cuore gli batteva così forte che il rumore lo sentiva fin dentro le tempie. Pensò di morire. Iniziò ad urlare o almeno così avrebbe voluto. In realtà riuscì solo ad aprire la bocca ma nessun suono ne uscì. Aveva la sensazione di essere paralizzato, come se una pellicola trasparente lo avvolgesse e non gli permettesse alcuna azione. Avrebbe voluto sprofondare, sparire, volatilizzarsi. Invece era costretto a stare lì impietrito succube di quello che gli stava capitando.

    La porta si spalancò di colpo. La luce si spense e la stanza diventò fredda e buia. Poi il nulla.


    ----


    A questo punto della storia Andrea fu costretto a terminare la lettura. Mentre tornava da scuola, recatosi alla solita fermata del bus, si accorse del libro. Era proprio sotto la pensilina, mezzo nascosto alla vista. Lo prese e non vedendo nessuno recriminarne la proprietà decise di portarselo a casa. In fondo era un peccato se fosse stato abbandonato alle intemperie. Così una volta rincasato, incuriosito dal titolo macabro, iniziò a leggere sdraiato sul letto. Si appassionò subito alla storia di questo tizio alle prese con presenze inquietanti. Non riusciva a smettere di leggere. Era tutto preso dal racconto ma, giunta l'ora di cena, la mamma lo aveva chiamato per andare a tavola. Facendo attenzione a non perdere il segno, posò il libro sul comodino e scese le scale per riunirsi alla famiglia.

    Quando ebbe finito di mangiare si sedette con gli altri sul divano a guardare la TV poi si ricordò del libro, di quel tizio rimasto in balia del buio e gli venne la voglia di proseguire la lettura per capire come andasse a finire il racconto. Si alzò e andò in camera sua. Accese la luce e in quell'istante sentì un brivido scorrergli lungo la schiena. Era lì sul comodino ma non come lo aveva lasciato. Il libro era aperto e sottosopra. Il letto disfatto. Il lampadario accesso e dondolante. I cassetti aperti e tutti i vestiti rovesciati in mezzo alla stanza. In un attimo capì e impallidì, quel libro sarebbe diventato il suo terribile destino.


    The End


    Se ancora non ti sei spaventato lo farai adesso guardando questo video: è successo tutto dopo aver letto il racconto... la famiglia millozzi si è trasformata in una famiglia di mostri!

     ci siamo trasformati in mostri!

    Famiglia, ci siamo trasformati in mostri!

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    Andrea Millozzi's picture
    About the Author

    Appassionato di informatica fin da giovanissimo ho iniziato a programmare da autodidatta. Da allora il mio entusiasmo e la mia curiosità non hanno fatto che aumentare... Oggi mi diletto a realizzare siti internet, App e progetti hardware con Arduino, Raspberry Pi & Co.